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L’importanza della messa a fuoco e trucchi per migliorarla

Mettere a fuoco, in fotografia, non significa solamente rendere il soggetto nitido o essere in grado di vedere chiaramente gli elementi presenti nell’immagine.

La messa a fuoco può esaltare porzioni di un’immagine, renderla penetrabile da parte dell’osservatore e creare una connessione emozionale con quest’ ultimo.

Non importa quale sia il vostro tipo ideale di fotografia, la corretta messa a fuoco può aiutarvi a migliorare notevolmente la qualità (e non solo tecnica) delle vostre immagini.

Ritratti

La regola numero uno da seguire quando si scattano ritratti è questa: “mettere a fuoco gli occhi” (naturalmente ad ogni regola corrisponde un’ eccezione). Fin dalla notte dei tempi gli esseri umani si riconoscono e comunicano tramite un senso principale, la vista e quindi con gli organi ad essa strettamente collegati: gli occhi. Con lo sguardo comunichiamo rabbia, dolore, gioia, amore e così via.

Certo potete decidere di mettere a fuoco il naso o le orecchie del vostro soggetto (come quando fotografate il vostro cane per esempio), ma nulla cattura l’ attenzione del osservatore meglio di un paio di occhi ben messi a fuoco su di uno sfondo sfocato.

Come fare? Utilizzate per lo più  grandi aperture del diaframma (f/2.8 o valori minori se la vostra fotocamera lo permette), lunghezze focali maggiori (da 50mm in su), e avvicinatevi il più possibile al soggetto.

Paesaggi/architetture

Nelle foto di paesaggi e nelle fotografie naturalistiche, la tendenza è quella di mettere a fuoco il maggior numero di elementi possibili. Lo scopo è quello di dare all’ osservatore un senso di dimensione e di scala.

Per fare questo è necessario avere chiari i concetti di profondità di campo, e cioè della porzione di immagine che dovrà apparire perfettamente a fuoco.

Quando in una fotografia tutti gli elementi sono a fuoco, l’ attenzione dell’ osservatore si concentra su elementi predominanti della composizione, come una linea spessa, grandi macchie di colore, e i punti di intersezione della regola dei terzi.

Da questi punti chiave, l’ osservatore si muove all’ interno dell’ immagine come un viaggiatore virtuale che esplora ogni singolo elemento della fotografia

Nella foto in alto, per esempio l’ attenzione viene inizialmente catturata dalla base del sentiero per proseguire fino alle nuvole in alto per poi proseguire sul profilo curvo  della montagna.

Come ottenere questo tipo di fotografia? Utilizzate una apertura ridotta(f/11 o valori maggiori), focalizzate su un punto intermedio dell’ immagine (l’ ideale sarebbe sul primo terzo partendo dal basso dell’ inquadratura) e possibilmente utilizzate un cavalletto, dal momento che al diminuire del diametro del diaframma, per ottenere una foto ben esposta è necessario aumentare il tempo di esposizione..

Fotografia Macro

Le Macro sono fotografie scattate a distanza ridottissima, e che evidenziano dettagli molto piccoli che ad occhio nudo non risalterebbero. La fotografia macro richiede pazienza ed esperienza prima che si possano ottenere risultati apprezzabili, infatti questo tipo di fotografia è quella che meglio mette a prova le abilità dei fotografi.

Oltre alla grande quantità di dettagli che riescono a mettere in luce, le fotografia Macro sono caratterizzate da una ridotta profondità di campo (nell’ ordine di qualche millimetro).

Questa ridotta profondità di campo è generata di solito dalla breve distanza fra l’ obiettivo della fotocamera e il soggetto della fotografia (qualche centimetro).

Di conseguenza con la fotografia macro è una lotta continua per ottenere immagini che siano il più possibile a fuoco.

Come risolvere questo problema? utilizzate la vostra lente macro, o impostate la vostra fotocamera in modalità macro, avvicinatevi al massimo che potete (fin quando riuscite a mettere a fuoco – in modalità macro è consigliabile utilizzare la messa a fuoco manuale) e utilizzate l’ apertura di diaframma più piccola che potete (f/8, f/11 o di più). Piccole aperture e piccole distanze dal soggetto si traducono istantaneamente in un calo della luminosità della scena, per cui  utilizzate un cavalletto o valori ISO maggiori (attenzione sempre che il soggetto, ad esempio un fiore, non sia mosso dal vento).

Ritratti ambientali (situazionali)

Questo tipo di fotografia è un miscuglio fra fotoritratto e fotografia ambientale e paesaggistica.

L’ idea è quella di creare fotografie che ritraggano un soggetto (per lo più umano) inserito in un suo ambiente che ne esplica le funzioni e aggiunge informazioni.

Ci sono diversi tipi di approcci a questa fotografia, ma la norma è quella di focalizzare l’ attenzione sulla persona che si vuole ritrarre.

Se poi si voglia tenere lo sfondo a fuoco o meno, dipende dagli elementi che lo compongono e se si vuole dare enfasi a questi ultimi o meno..

Dal momento che questi non sono ritratti “Close-up” (ravvicinati), non è necessario focalizzare sugli occhi del soggetto.

Come ottenere questo tipo di fotografie? Utilizzate un’apertura media (f/4, f/5.6, f/8), e una distanza focale breve per includere il maggior numero di elementi dello sfondo e un’alta velocità dell’otturatore per congelare il soggetto del ritratto.


7 commenti

  1. Nell’ultima foto mi sbaglio o è necessario usare anche il flash?

  2. E’ evidente che sia stata utilizzata una sorgente luminosa aggiuntiva, sia esso un flash o un pannello riflettente e lo si nota dalla luminosità del viso del soggetto (la bimba) in primo piano.

  3. Io penso che l’ultima foto sia semplicemnete hdr

  4. Può darsi, questo non esclude che sia stato usato un flash o un pannello riflettente perchè è evidente, analizzando le ombre, che la luce venga da sinistra.

  5. A ME SEMBRA ADDIRITTURA QUASI UN FOTOMONTAGGIO…

  6. ovvio che sono 2 foto, il paesaggio è da fish eye, la bambina no, e le illuminazioni sono diverse..

  7. Vogliamo parlare del photoshop sfuocato sul naso del cane?

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