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Che rapporto c’è tra sensore e megapixel?

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Il sensore può essere considerato la chiave di volta nella bontà di una fotocamera, in quanto da questo dispositivo dipende ciò che chiamiamo ‘qualità dell’immagine’. Per comprendere la sua funzione è interessante fare un passo indietro e pensare che nelle fotocamere analogiche il sensore non c’è, ma è rappresentato dalla pellicola. Come sappiamo, mediante l’apertura del diaframma la pellicola riceve un certo quantitativo di luce, che viene impressa bloccando per sempre l’immagine sulla sua superficie.

La differenza nei confronti della ‘qualità di immagine’ si basa sul formato delle pellicole. Per fare un esempio pratico, la qualità delle lastre di un banco ottico o di una bella pellicola 6X6 è infinitamente maggiore rispetto ad un semplice rullino. In altri termini, maggiore è la superficie toccata dalla luce, maggiore risulta la qualità dell’immagine, nonché la sua densità e la conseguente possibilità di ingrandire l’immagine senza perdere dettagli.

Come funziona il sensore digitale di una fotocamera

Lo stesso concetto si riscopre nei sensori della fotocamera digitale i quali, in un certo senso, assolvono al compito svolto dalla pellicola di imprimere la luce e quindi di generare l’immagine fotografica.

Il sensore è un piccolo rettangolino costruito in silicio, il quale è riempito di fotodiodi collegati con il resto dei componenti della fotocamera. La griglia di questi fotodiodi è montata su un wafer, una lastra circolare realizzata in silicio. Ora va da sè che come accade con la pellicola, più grande è il sensore e più alta è la possibilità di acquisire informazioni, ovvero di avere un’immagine qualitativamente più alta. Non a caso, i sensori più grandi costano molto di più dei sensori piccoli, perché hanno una resa infinitamente migliore.

La grandezza di un sensore è un dato molto difficile da comprendere, non certo perché tecnico, ma perché si basa su unità di misura relativa allo storico tubo catodico della televisione. I calcoli sono un po’ speciali, ma per semplificare la comprensione basta capire che una reflex full frame possiede sicuramente un sensore di misura maggiore rispetto all’ultimo smartphone in commercio.

Megapixel-fotografia-digitale1Veniamo ora ad analizzare i megapixel, i quali sembrano essere la risposta alla qualità dell’immagine. Abbiamo detto che ogni sensore è composto di un certo numero di fotodiodi, disposti come una scacchiera. Ognuno di questo fotodiodi cattura una certa quantità di luce e genera una certa quantità di energia elettrica che viene convogliata verso le parti della fotocamera che elaborano l’immagine. Le foto digitali sono composte quindi da punti, o comunemente chiamati pixel, dove ognuno di questi punti è generato dal fotodiodo.

Impariamo fare il conto per comprendere l’importanza dei pixel. Mettiamo che una fotocamera genera un’immagine di 1000X1000 (puro esempio!). Beh, la quantità di pixel sarà il risultato di questa moltiplicazione, ovvero 1.000.000, ergo la fotocamera ha 1Mpx.

La spinosa questione dei mega pixel deve essere analizzata in modo più critico. Le pubblicità delle ultime fotocamere si basano sulla quantità di pixel, puntando su cifre astronomiche, quali 12 milioni e via dicendo. Ora, se il sensore è sempre della stessa misura, tutti i fotodiodi che generano questi mega pixel per starci fisicamente devono ridursi di dimensione, quindi catturare meno luce e quindi dare origine ad un’immagine ‘apparentemente migliore’, in quanto se la si ingrandisce il risultato non può essere eccellente!

La densità può raggiungere buoni livelli ma per avere dei risultati ottimi il sensore deve essere grande. Per avvicinarci alla realtà possiamo mettere in moto una semplice domanda. Ci siamo mai chiesti perché i professionisti non scattano con le compatte anche se hanno 20 milioni di pixel? Al di là del discorso legato alla profondità di campo, la risposta deve essere ricercata nel sensore, l’unica arma per dare vita a foto di ottima qualità.


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